Lagarde chiede all’Italia di approvare il Mes, Crosetto la attacca — Economia – Linkiesta.it

«Ci auguriamo che l’Italia ratifichi presto il Mes, è un’anomalia». Il messaggio della presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde irrompe nel dibattito politico italiano. Nel giorno del quarto rialzo dei tassi del 2022, con un altro mezzo punto in più, e dell’annuncio dello stop al riacquisto di titoli da marzo 2023, l’Eurotower fa il…

Lagarde chiede all’Italia di approvare il Mes, Crosetto la attacca — Economia – Linkiesta.it

Paolo Maddalena: “E’ spaventoso come provvedimento. Avvicina lo Stato di polizia”

Il primo provvedimento con forza di legge (Decreto 31 ottobre 2022, numero 162, già entrato in vigore), emesso dal governo Meloni, è semplicemente spaventoso, perché profila nell’immaginario collettivo il probabile avvento di uno Stato di Polizia. È difficile, se non impossibile, trovare una disposizione di legge scritta in modo peggiore di questa. Essa appare innanzitutto “imprecisa” nella descrizione della condotta vietata, la quale viene espressa dalle seguenti parole: “invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati”. Infatti non si capisce in qual maniera si debba considerare “arbitraria o non” l’entrata su detti terreni o edifici. Né è comprensibile capire quando da un “raduno” possa derivare un pericolo per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica. Insomma tutto è rimesso all’arbitraria valutazione degli agenti di polizia, che potrebbero, in ipotesi, ordinare lo sgombero di qualsiasi tipo di raduno. Al riguardo è da ricordare che la Meloni ha affermato che detta disposizione debba intendersi come limitata ai rave-party, ma ciò non risulta affatto dalla interpretazione logica e sistematica della norma in questione, come prevede l’articolo 12 delle Preleggi al Codice civile. Inoltre salta agli occhi la enorme sproporzione tra la gravità della condotta e la pena essa inflitta, una sproporzione che porta addirittura a considerare, come precisato nell’ultimo comma di detta disposizione, il divieto di riunione alla pari dei delitti per mafia. Tale articolo prevede che contro chi organizza o promuove la cosiddetta invasione è prevista la reclusione da 3 a 6 anni e la multa da euro 1000 a euro 10000, aggiungendo che, per il solo fatto di partecipare all’invasione la pena è diminuita. Altro termine, quest’ultimo, molto vago, perché lascia agli operatori di giustizia un’amplissima discrezionalità sul quantum della riduzione della pena. Si prevede inoltre la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato, nonché di quelle cose utilizzate per realizzare le finalità dell’occupazione, che, secondo quanto detto dalla Meloni, dovrebbero consistere fondamentalmente degli strumenti musicali. Come si nota la labilità dei termini usati non limita l’area dell’applicazione della norma e rimette tutto, come avviene negli Stati di polizia, alla valutazione degli agenti della polizia stessa. Ne consegue che la norma in questione potrà essere utilizzata per qualsiasi tipo di raduno: per i raduni all’intero delle università (i quali per consuetudine sono stati sempre ritenuti legali), per l’occupazione di immobili da parte di senza tetto, oppure da parte di soggetti attivi che si riuniscono per motivi culturali, ovvero di riunioni all’aperto in qualche villa pubblica per festeggiare, ad esempio, un matrimonio, e così via dicendo. Si tratta di una norma che peraltro viola i principi fondamentali della Costituzione e precisamente l’articolo 17 Cost., secondo il quale: “i cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senza armi”. Ed è da notare che detta disposizione costituzionale distingue le riunioni in luogo aperto al pubblico, per le quali non è richiesto un preavviso alle autorità, dalle riunioni in luogo pubblico per le quali deve essere dato avviso alle autorità medesime. Le quali: “possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica”. Sembra che detto decreto legge prescinda completamente dall’appena citato principio fondamentale della nostra Costituzione e si ponga come un pericolosissimo vulnus contro l’esercizio di diritti fondamentali, nel caso di specie il diritto di riunirsi. Si deve dire peraltro che la norma del citato decreto legge viola anche l’articolo 16 della Costituzione, secondo il quale: “ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente i qualunque parte del territorio nazionale”, precisandosi che: “nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche”. Insomma si tratta di una norma che infrange i fondamentali principi costituzionali della nostra democrazia e che comporta l’esercizio da parte di tutti i cittadini di quel diritto che Dossetti chiamava diritto di resistenza e che si concreta nel potere dei cittadini medesimi di promuovere un referendum (art. 75 Cost.)., o di esercitare il potere di iniziativa delle leggi mediante la proposta alle Camere, da parte di almeno di 50 mila elettori, di un progetto di legge redatto in articoli (art. 71 Cost.), oppure di ricorrere alla Corte costituzionale per ottenere l’annullamento del decreto legge in questione (art. 134 Cost). 

Comunque l’urgenza della situazione impone di utilizzare, quale strumento del diritto di difesa dei cittadini, un altro principio fondamentale della Costituzione. Cioè rivolgere una petizione alle Camere per chiedere l’abrogazione del provvedimento in questione (art. 50 Cost.). Si tratta di una urgenza che deriva dal fatto che questo decreto legge mina alle fondamenta la democraticità del nostro ordinamento costituzionale, infrangendo, come si è visto, principi fondamentali e diritti fondamentali di tutti i cittadini, che sono peraltro garantiti anche dall’articolo 2 della Costituzione, secondo il quale: “la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo (e cioè di ogni uomo), sia come singolo, sia nelle formazioni sociali in cui si svolge la sua personalità,  richiede l’adempimento di doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.” Ed è proprio sulla base di doveri di solidarietà politica, economica e sociale che i cittadini, in questa triste vicenda, sono obbligati a esercitare i poteri costituzionali di resistenza che, come si è appena detto, la vigente Costituzione loro conferisce.

PAOLO MADDALENA

Finalmente, l’UE accusa Washington di accumulato una fortuna dalla guerra in Ucraina – Giorgia lo sa?

Da Zero Hedge: “Nove mesi dopo aver invaso l’Ucraina, Vladimir Putin sta iniziando a spaccare l’Occidente”, osserva Politico in una sorprendente ammissione che segna un netto capovolgimento rispetto al precedente ottimismo dei […]

Sorgente: Finalmente, l’UE accusa Washington di accumulato una fortuna dalla guerra in Ucraina – Giorgia lo sa?

Ribadito che l ‘UE

Ribadito che l ‘UE rimarrà al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario, fornendole un sostegno politico, militare e finanziario, anche per il suo fabbisogno di liquidità, e intensificando la propria risposta umanitaria, in particolare in preparazione all’inverno; chiesto la tempestiva erogazione dei restanti3 miliardi di euro di assistenza macrofinanziaria a favore dell’Ucraina, invitando la Commissione a presentare una soluzione più strutturalee il Consiglio a lavorare su essa; La Presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, al termine del Consiglio europeo, rilevandoche l’Ucraina ha bisogno di circa 3/4 miliardi di euro al mese per coprire i bisogni primari, ha annunciato che l’UE fornirà circa 1,5 miliardi di euroal mese o un totale di 18 miliardi di euro nel 2023, mentre il restoproverrà dagli Stati Uniti e dalle Istituzioni finanziarie internazionali.

Come volevasi dimostrare…

Come volevasi dimostrare…

 Maurizio Blondet  24 Ottobre 2022 

riparte

Obbeedienza pronta cieca e assoluta  a Von der Leyen e Bill Gates

“I no vax sono una vergogna”. Il giornalista Riccardo Bianchi ucciso da un malore in casa

22 Ott 2022 – Redazione

Gli Italiani disdicono i vaccini in estate causa ferie? Ma in che Paese viviamo! Italiani pensate prima alla Salute”. Morto all’improvviso a causa di un malore fatale il giornalista Riccardo Bianchi. Ieri la tragica e sconvolgente notizia per il giornalismo comasco. Morto all’improvviso, per un malore in casa,

ci-vorrebe-hitler

Italia tradita e svenduta, e le stellette stanno a guardare

Dopo gli Stati Generali tenuti in segreto, il Conte annuncia che gli interventi per l’economia dovranno aspettare ancora mesi. Il Quirinale sta a guardare, come pure i militari, che hanno giurato di difendere la Patria e la Costituzione, mentre il governo abbandona e tradisce l’Italia. La tradisce in senso non giuridico, ma etimologico: il verbo tradire, tradisco, vene dal latino tràdere, trado, che significa passare di mano, consegnare. Conte, il Pd, i 5S, stanno spezzando le reni all’Italia, cioè rinviano, rinviano, non intervengono, la lasciano precipitare economicamente e socialmente, come da mandato europeo, in modo che poi cada in mano ai capitali stranieri, soprattutto tedeschi: riempiti di debiti, fallimenti e disoccupati, gli italiani fra un poco accetteranno, anzi invocheranno qualsiasi cosa, qualsiasi ‘condizionalità’, per tirare un poco il fiato: accetteranno Mes, Troika, diktat, grecizzazione, cessione di infrastrutture e assets strategici. Forse anche dei monumenti. Era questo l’obiettivo, no?

Marco Della Luna

Il grande presidente Napolitano mi correggerebbe: «Non è tradimento, perché non esiste più una sovranità, una fedeltà nazionale italiana: esiste solo una sovranità e una fedeltà europea». Lo vada a insegnare alla Corte Costituzionale tedesca, laquale, nella storica sentenza del 5 maggio scorso, ha detto che la sovranità e la Costituzione tedesca esistono ancora e prevalgono su quelle europee. Dopo il disastro in arrivo, Conte & soci non saranno molto popolari, non avranno più possibilità di farsi rieleggere normalmente dagli italiani; potranno continuare la loro carriera politica solo in un modo: facendosi sostenere dalla forza dei conquistatori stranieri, ed è appunto con essi che si sono alleati: Colao innanzitutto, che li rappresenta oggi come li ha sempre rappresentati nelle operazioni di cessione di industrie strategiche agli stranieri. Conte & soci si sono alleati con gli stranieri contro gli italiani. Cacciano il ferro a fondo.

Nel Parlamento snobbato da Conte, che fa proclami senza lasciarsi interrogare, la Boschi si vanta che Mattarella ipsissimus avrebbe esortato a questo nuovo corso. E le stellette stanno a guardare. Forse è meno peggio così. L’importante è che resti aperta la dogana per andarsene da questo schifo.

(Marco Della Luna, “Le stellette stiano a guardare” dal blog di Della Luna del 18 giugno 2020).

BIMBA MALATA DI CUORE “RAPITA” DALLO STATO, MATTARELLA SE NE FREGA! Rigettata la Supplica della Madre

La fragile Ylenia di soli 10 annistrappata alla mamma senza motivorischia l’affidamento a un’altra famigliaCondividete con hastag #ylenialibera“In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me. E se ne andrann

Sorgente: BIMBA MALATA DI CUORE “RAPITA” DALLO STATO, MATTARELLA SE NE FREGA! Rigettata la Supplica della Madre

Pericolosi dementi: odiano Salvini e ignorano De Donno

Strano paese, questo: il governo fa come se non esistesse, il medico di Mantova che ha scoperto come annullare la minaccia del coronavirus. Mezzo mondo fa la corte al professor Giuseppe De Donno, che ha trovato l’uovo di Colombo: se nelle vene di un malato si inietta il plasma di un soggetto guarito, il male scompare alla velocità della luce. Grosso guaio, per chi aveva scommesso sulla Peste Bubbonica 2.0, di durata pressoché infinita. Un flagello abbastanza spaventoso da trasformare i cives in pecore, dispostissime domani a subire un vaccino di massa, obbligatorio (che grandi virologi ritengono perfettamente inutile, dato il carattere mutante dei virus Rna). Ma il Covid-19 è perfetto, per lanciare il vaccino come rimedio ineludibile. E a sua volta, sostiene il criminologo Alessandro Meluzzi, la vaccinazione non è che la premessa del vero obiettivo: il microchip universale da inserire sottopelle, che trasformerebbe gli esseri umani in unità sorvegliate h-24, attraverso lo strettissimo monitoraggio che registrerebbe in tempo reale ogni loro mossa. Tutto questo, grazie a infrastrutture informatiche invasive e forse anche pericolose per la salute, come la misteriosa rete 5G che avanza incontrastrata, in Italia, grazie al Movimento 5 Stelle ora al governo con il Pd, l’euro-partito “tedesco” del Rigor Montis.

Imbavagliati dalle mascherine che li trasformano in automi coatti, spaventati dall’autorità e disinformati in modo spietato e grottesco da giornali e televisioni, gli italiani per ora assistono agli eventi. Uno su tutti: il crollo dell’economia. Lo ha imposto il governo-fantasma del ventriloquo Conte, che ha confiscato la libertà democratica per restare avvinghiato all’emergenza (che si augura eterna) per non dover fare i conti con i disastri che ha combinato, le promesse a vuoto e i ritardi incresciosi, dai mitici 600 euro alla cassa integrazione, fino alla patetica “preghiera” rivolta alle banche, nel paese in cui l’ex Fiat (migrata all’estero) pretende subito 6,3 miliardi di aiuti, innanzitutto per sé. Ci sarebbe da metter mano a un piano di rilancio epocale, disperatamente necessario già prima della pandemia, ma i pallidi arconti di Palazzo Chigi e i vari prestanome insediati nei ministeri non sanno letteralmente che pesci pigliare: “ispirati” dalle centinaia di anonimi tecnocrati a cui hanno ceduto le leve di comando, sperano che il regime di psicosi duri il più possibile, sotto la sferza della nuova polizia sanitaria, ma sanno che prima o poi – da settembre, al massimo – i nodi verranno al pettine. Dettaglio illuminante: la decisione di Mattarella di non consentire a Conte altri sei mesi di stato d’emergenza. Come dire: questo mediocre teatro di attori cialtroni e minacciosi è durato anche troppo.

Sconcerta la presa che questo potere autoritario esercita ancora, su vastissimi strati di cittadini: ad esempio, non vengono pretese le dimissioni immediate del presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che annuncia di voler “stanare casa per casa” i contagiati, quasi fossero untori della peste e non invece portatori di un virus che secondo l’Istitito Superiore di Sanità ha ucciso soltanto persone anziane e malate. Un virus che certo non fa più paura a Mantova e Pavia, gli ospedali che lo hanno “disarmato” ricorrendo agli anticorpi sviluppati dai pazienti guariti. E dove viene svolta, la sperimentazione governativa per testare ufficialmente quello che già si conosce, ovvero la validità del metodo-Mantova? A Pisa, dove – secondo De Donno – l’ospedale ha finora affrontato un solo caso di coronavirus. Il posto giusto, parrebbe, per far naufragare la cura risolutiva, secondo il sistema già collaudato, per i tumori, con la terapia Di Bella. Il ragazzetto che ufficialmente esercita il ruolo di ministro della sanità, tale Roberto Speranza (già capogruppo del Pd bersaniano che consegnò l’Italia alla Premiata Macelleria Monti e al pareggio di bilancio in Costituzione) ha l’aria di essere una semplice comparsa, in uffici dominati dall’eminente figura di Walter Ricciardi, player italiano di quella stessa Oms, finanziata dal vaccinocrate Bill Gates, che gli Usa accusano di aver “incubato” il coronavirus a Wuhan.

Che i segni di follia costellino i giorni italiani del Covid lo dimostra l’astio, perdurante e surreale, nei confronti di un personaggio politico modestissimo come Matteo Salvini, che nel 2018 ebbe il piccolo merito di denunciare l’ipocrita business politico, italiano e internazionale, realizzato sulla pelle dei migranti. Lo stesso Salvini ebbe però il grandissimo demerito di aver ceduto su tutto il resto, in primis l’intransigenza Ue sulla richiesta di deficit, fino alle pressioni del super-potere che utilizzò i soliti 5 Stelle per convalidare, con Giulia Grillo, l’aberrante obbligo vaccinale improvvisamente esteso a 10 vaccinazioni, senza alcuna motivazione medica, pena l’esclusione dei bambini dalle scuole dell’infanzia. Il piccolo eroe del Papeete, ribattezzato “il cazzaro verde” dal greve propagandista Scanzi, aveva esordito malissimo, ingoiando senza fiatare il “niet” di Mattarella sulla nomina di Paolo Savona all’economia. Dipinto come un mostro razzista e xenofobo, praticamente fascista, Salvini si era difeso dall’assedio (mediatico e giudiziario, prima che politico) ricorrendo all’inchino rituale di fronte al totem di Israele, con il consueto cerimoniale: omaggiare le vittime della Shoah, trascurando le nefandezze del governo Netanjahu contro i palestinesi. Ora qualcosa sembra sul punto di rompersi: su chat di magistrati emergono espressioni come “quella merda di Salvini”, al punto da spingere il capo dello Stato a esprimere solidarietà al leader leghista.

Ma il punto è un altro: ed è l’odio implacabile di cui il “cazzaro verde” rimane vittima, anche in pieno tsunami-coronavirus. Lo si legge nel mare mosso dei social, ottimo sismografo dei sentimenti collettivi, intasato di insulti e polemiche avvelenate. Quanto sarebbe costata la liberazione di Silvia Romano? “Meno di 49 milioni”, è la pronta risposta degli haters del “cazzaro”, disposti a bersi la bufala secondo cui la Lega avrebbe davvero “rubato” quei soldi. La verità la sintetizza Luca Telese, mai tenero coi leghisti: attraverso una sentenza che non ha precedenti in Italia, la magistratura (cioè, colleghi dei magistrati che ammettono di aver cercato di fermare “quella merda di Salvini”) ha semplicemente decretato, a posteriori, che la Lega non avrebbe avuto diritto ai finanziamenti annuali, nel frattempo pervenuti e regolarmente spesi per l’attività politica, in modo trasparente. Tutto questo, per via di remote malversazioni imputate all’epoca di Bossi (peraltro di entità infinitamente minore: solo mezzo milione di euro, a quanto pare), quando l’allora oscuro Salvini era un semplice consigliere comunale. Non pochi specialisti del diritto hanno considerato quella sentenza un’anomalia giuridica: quando infatti la Lega di Salvini riceveva regolarmente quei 49 milioni (la somma dei rimborsi di svariate tornate elettorali) era perfettamente autorizzata a incassarli.

Ripetere oggi che la Lega (e quindi l’odiato “cazzaro”) avrebbe “rubato” 49 milioni, è patetico, a prescindere dall’opinione politica, anche pessima, che si possa avere del discutibilissimo ex ministro dell’interno, capace di performance imbarazzanti e indimenticabili, come quando – vestito da poliziotto – andò all’aeroporto ad accogliere l’ex terrorista Cesare Battisti, estradato dal Sudamerica. Preoccupante, parlare di 49 milioni “rubati”. E ancora più allarmante se un’idiozia simile la si ripete mentre il paese sta collassando, vessato dai suoi strani carcerieri e minacciato da un futuro che più buio non potrebbe essere. Torna in mente l’allegoria manzoniana dei capponi di Renzo, che non trovano di meglio che scannarsi tra loro anche un attimo prima di finire in padella. A Rivoli, grosso centro dell’hinterland torinese, è stata letteralmente scuoiata viva, per settimane, una donna malaccorta, vicesindachessa (in quota Lega, ecco il guaio), protagonista di un’uscita infelice sul presunto abuso politico del 25 Aprile. A crocifiggerla, con petizioni e tam-tam di ogni genere, sui social, gli autoproclamati Eredi Unici e Universali dei Partigiani. Italiani “di sinistra”, anch’essi prigionieri dei decreti Conte: eppure, benché relegati agli arresti domiciliari, la Liberazione l’hanno celebrata dai balconi, cantando Bella Ciao, senza lontanamente domandarsi come avrebbero reagito, gli amati partigiani, di fronte a inaudite restrizioni delle libertà imposte forzando proprio la Costituzione antifascista.

Il problema? L’identità leghista, e quindi “cazzara”, della povera vicesindachessa. Certo, lo stesso Salvini è l’ultimo a potersi lamentare del clima di brutale intolleranza che regna nel paese, avendo lui stesso dato un enorme contributo all’imbarbarimento dei costumi politici. Ma è possibile che i suoi tanti odiatori non vedano quanto sia piccolo, Salvini, di fronte all’immensità del problema totalitario chiamato coronavirus? Viene addirittura il sospetto che la mano invisibile che ha aiutato Salvini ad emergere, ospitandolo per anni in televisione, volesse proprio questo: gonfiare una rana di fatto innocua per il potere europeo, ma abbastanza spaventevole per i gonzi italiani che ancora non hanno capito che qualcuno sovragestisce abilmente l’affare planetario del Covid. Per questo Salvini resta perfetto, ancora oggi, come spaventapasseri: distrae gli ingenui dal vero problema, dai veri decisori. Se l’è anche cercata, Salvini, persino in Emilia: la decisione di molestare al citofono un tunisino, trattandolo come uno spacciatore, resterà negli annali dei suicidi politici. E il peggio è che il beneficiario del suicidio, l’incolore Bonaccini, oggi passa quasi per eroe: funziona alla grande, l’odio verso Salvini, per sdoganare l’idea – vagamente hitleriana – di chi pensa di “stanare casa per casa” gli italiani che non risponderanno signorsì al Ministero della Verità.

Chi ancora perde il suo tempo a odiare Salvini, mentre il paese crolla e l’orizzonte della libertà si allontana di giorno in giorno, non spende una parola di indignazione per l’ignobile “task force” istituita dal piddino Martella per censurare l’informazione sul Covid. Chi detesta il “cazzaro” non protesta perché Fabio Fazio, anziché il salvatore De Donno, invita a ripetizione Roberto Burioni: un tizio che nel suo Patto per la Scienza (firmato da Grillo, Renzi e Mentana) anticipò i tempi duri che stiamo vivendo, con la pretesa – messa per iscritto – di pilotare i fondi destinati alla ricerca. E’ lo stesso Burioni che, per silenziare uno scienziato eretico (Stefano Montanari) ha chiesto alla magistratura di spegnere “ByoBlu”, il video-blog più seguito dagli italiani. Eppure, gli haters se la prendono con Salvini (non con Burioni o Fazio), e parteggiano per l’imbarazzante Bonaccini (non per l’eroe nazionale De Donno). Ma se in questo si volesse scorgere una simmetria, si sbaglierebbe: perché nemmeno Salvini si batte per De Donno e contro Burioni. Gli italiani sono soli: questa è la verità. E a milioni, ancora, si accaniscono contro falsi nemici. Cosa sarebbe successo, se Berlusconi avesse imposto anche solo la decima parte dei diktat di Conte? E se lo avesse fatto Salvini, addirittura? Va tutto bene, invece, se i Pieni Poteri se li prende “l’avvocato del popolo”, lo yesman fabbricato dalla peggiore baronia universitaria e protetto dal Vaticano, imbucato oculatamente tra i 5 Stelle un attimo prima che gli elettori, nel 2018, ne decretassero il trionfo.

Cosa bisogna pensare, degli elettori che nel 2018 diedero fiducia all’ingenuo Speranza, agli scalpitanti grillini, all’economista di sinistra Alberto Bagnai rassegnato a candidarsi con la Lega vista l’impossibilità di praticare teorie di sinistra nello zoo renziano e zingarettiano? Con sfumature diverse, tutti questi elettori – milioni di italiani, davvero tanti – erano accomunati da un unico bisogno: la necessità di rimettere la politica al di sopra della finanza. Com’è finita, lo si è visto: prima l’inconcludente governo gialloverde, poi l’altrettanto inutile esecutivo giallorosso, identico al precedente, con la sola variante (meramente estetica, cosmetica) dell’assenza del “cazzaro”. Stessa politica: austerity, in ossequio al super-potere di Bruxelles. Fino al magico V-Day, non più grillino ma cinese: l’avvento dell’Era del Virus. Il piano prevedeva precisamente il pandemonio, e infatti eccolo all’opera: niente sarà più come prima. Se i cittadini rassegnati (ieri al lockdown e oggi alla museruola) pensano ancora che l’incubo si dissolverà, forse non hanno capito quello che è successo davvero.

Sarà proprio la ferocia della crisi – dicono alcuni osservatori – ad aprire gli occhi ai dormienti, spingendoli a fare l’unica cosa sensata: unire le forze, mettendo da parte l’odio tribale che serve solo a chi ha interesse a dividere gli ex cittadini, trasformati in sudditi in soli due mesi, a colpi di decreti, da parte di un premier mai eletto da nessuno. La strada però è ancora lunga: lo dice la stima di cui tuttora gode il peggior primo ministro della storia nazionale. C’è chi lo ama, addirittura: perché osò sfidare il “cazzaro”. Non sembra avere fine, l’autolesionismo italiota: si riverbera magnificamente nell’imbecillità di chi demonizza i ragazzi che si assiepano all’aperitivo, dopo quasi tre mesi di clausura. Imbecillità criminosa, a questo punto: perché in tempo di guerra gli idioti esecratori diventano un pericolo pubblico. Guardare di traverso chi non indossa la museruola significa essere essere complici, oltre che cretini: complici di chi censura la verità, di chi tace i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (tra le vittime classificate Covid, solo il 3,7% non affetto da gravi patologie pregresse). Complici, soprattutto, di chi finge che il Covid sia tuttora un male incurabile: complici, quindi, dei censori che oscurano De Donno. Un medico di cui tutti gli italiani dovrebbero andare fieri, compresi quelli che lo ignorano: e anche in questo, Matteo Salvini e i suoi odiatori sono tristemente identici.

(Giorgio Cattaneo, “I pericolosi dementi che ancora odiano Salvini (e ignorano De Donno”, dal blog del Movimento Roosevelt del 23 maggio 2020).